mercoledì 3 luglio 2019

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Il mio secondo parto: il cesareo programmato.

Per la mia rubrica "Racconti di Parto" vi racconto il mio secondo parto, un cesareo programmato.

Quando finalmente ho scoperto di essere di nuovo incinta, avevo ben in mente come avrei preferito partorire. Il mio primo parto è stato un incubo... ecco qui: il racconto del mio primo parto che è finito poi con un cesareo d'urgenza.
Quindi ero fermamente convinta che avrei voluto evitare i dolori del travaglio (con induzione) e che avrei fatto solo il cesareo che credevo sarebbe stata una "passeggiata" visto che questa volta sarebbe stato programmato e non improvviso. Ma anche questa volta, niente è andato come immaginavo e speravo!

Nonostante dopo un primo cesareo si possa scegliere se fare o no un altro cesareo o provare con il VBAC (parto naturale dopo un cesareo), non è stato per me semplicissimo programmare l'intervento, ho da subito avuto problemi, tanto che ho dovuto cambiare ospedale!

Il mio secondo parto: il cesareo programmato.
La mia baby - Copyright damammaamamma.net



Ho cominciato ad informarmi verso la 34esima settimana di gravidanza e ho seguito l'iter che mi era stato riferito dal primo ospedale (avevo scelto il San Raffaele, più comodo in quanto più vicino a casa mia), ma non so bene se per incomprensioni o semplicemente perché preferiscono privilegiare le pazienti seguite da loro da inizio gravidanza, alla fine non sono mai riuscita a fissare una data per programmare il cesareo. Mi avevano chiesto di fare le ultime visite lì da loro in ospedale (ovviamente a pagamento perchè con il Servizio sanitario l'appuntamento era per ottobre... e la mia DPP era per il 2 giugno 2019... no comment). Malgrado la prima visita fatta con una ginecologa a pagamento lì da loro, il cesareo non mi è stato fissato, non mi hanno mai presa in carico e dunque, dopo varie telefonate inutili, arrivata alla 36esima settimana, ho deciso di cambiare ospedale e di tornare al Buzzi, dove avevo partorito la mia prima figlia. Nonostante non mi fossi trovata benissimo, per via della poca sensibilità del chirurgo che mi aveva operato d'urgenza, ho pensato che dato che questa volta l'intervento sarebbe stato programmato, non avrei avuto problemi, per lo meno non con i medici!

Così, dopo aver chiesto anche alla mamma di un nostro amico, che lavora da anni al Buzzi, se lì da loro erano disposti a fare un cesareo programmato ad una precesarizzata 7 anni fa (so che di solito non li fanno se non c'è una giusta causa), ho chiamato e fissato la data per la presa in carico senza problemi. Temevo che non me l'avrebbero fatto visto i molti anni di distanza tra un parto e l'altro, e che avrebbero provato a convincermi per un VBAC, per fortuna non hanno insistito e mi hanno fissato la data per il 27 maggio (solo una settimana prima della mia DPP).

L'iter per il cesareo programmato non è dei più semplici, ci sono tutta una serie di esami da fare e abbiamo dovuto passare due mattinate in ospedale per farli, ma una volta terminati, mi sentivo abbastanza tranquilla. Ero riuscita ad evitare il parto naturale, che per me era stato un trauma (visto come era finito) e avevo la mia operazione fissata per la mattina del 27 maggio 2019, tutto saperebbe dovuto andare bene, in teoria!

Il 27 maggio di mattina presto saluto la mia bimba grande e la lascio dalla nonna che la porterà poi a scuola e vado con mio marito in ospedale.
Appena arrivata al Buzzi, mi fanno attendere qualche minuto in saletta e poi mi fanno accomodare nella stanza di preparazione per l'intervento. Io ero molto nervosa, infondo sono una fifona e non ho mai fatto altre operazioni oltre il cesareo d'urgenza e non avevo un bel ricordo della cosa...

Comincio a temere di aver fatto la scelta sbagliata, forse sarebbe stato meglio il parto naturale, magari questa volta sarebbe andato bene... magari... ma ormai è troppo tardi, i medici sono pronti e aspettano solo me. Io nel frattempo ho la "brillante idea" di farmi venire un attacco di panico, o per lo meno credo fosse un attacco di panico, non ne avevo mai avuto uno prima ... comincio a respirare in modo affannoso e sono super agitata, ma entro, mi sdraio sul lettino e inizio a respirare ancora peggio... così l'anestesista cerca di calmarmi, ma niente, non funziona io sono sempre più spaventata e il mio respiro sempre più affannoso. L'anestesista decide quindi di darmi un ansiolitico e io mi calmo. Ormai l'anestesia locale ha effetto e l'intervento comincia. Il cesareo programmato non dura molto, circa 45 minuti, io ho paura ma l'ansiolitico fa il suo lavoro e respiro in modo normale. Finalmente nasce la mia bimba, sento che la tirano fuori, sento che piange, sono felice e la paura sta per svanire... quando mi accorgo che le cose non vanno come dovrebbero. Passano i minuti e ancora non mi hanno fatto vedere la bimba, ancora non l'hanno data in braccio al papà che vede tutto dal vetro nell'altra stanza... comincio a fare paragoni con l'altro intervento... qui sono tutti gentili... ma allora perché non mi fanno vedere mia figlia? Comincio ad agitarmi di nuovo, chiedo di vedere la bimba e mi rassicurano sul fatto che tra breve la vedrò. Passa ancora qualche minuto e poi finalmente l'ostetrica mi fa vedere velocemente la mia baby, giusto il tempo di darle un bacino e me la portano via. Non la danno in braccio a mio marito... la tengono ancora loro. Vedo le facce preoccupate di mio marito e dell'amica che lavora lì e inizio a preoccuparmi ancora di più.

Finalmente l'intervento finisce e mi spostano nella sala di attesa post operatoria, ora mi porteranno la bambina, pensavo... la potrò abbracciare e allattare come ho fatto per la grande... credevo... invece niente.

Nessuno mi porta mia figlia, mi dicono che deve stare per precauzione sotto osservazione e che me la daranno tra un paio d'ore.
L'effetto dell'ansiolitico svanisce e mi agito sempre di più, nemmeno gli antidolorifici hanno effetto e sento dolore.

Anche il cesareo programmato non è andato come pensavo, non è stato più semplice, più veloce si, ma non più semplice. Ma in quel momento non importava, l'unica cosa a cui pensavo era la mia bambina. Perché non me la facevano vedere? Perché non la potevo tenere in braccio?
Ho pianto, ho pensato alle peggiori cose. 
La baby non era pronta per nascere (nonostante fosse a 39+1 settimane) e non riusciva a respirare bene, è stata in incubatrice per un giorno e mezzo. 
Io ho perso il conto di quante volte ho chiesto alle infermiere ed ai medici quando mi avrebbero portato in camera la mia bimba, così alle 16.00 stanca di aspettare, dopo 5 ore dall'intervento, mi sono alzata in piedi e sono andata io da lei, al nido.
Vederla dentro l'incubatrice, sola e non poterla prendere in braccio, mi ha fatto stare malissimo, potevo toccarla dal foro apposito, solo per pochi minuti, ma non era la stessa cosa. La mia bimba mi mancava. Non riuscivo a non fare paragoni, tra la prima esperienza e la seconda. Abbracciare mia figlia per la prima volta, subito dopo il parto era stata un'emozione bellissima, questa volta non ho potuto viverla. Ho trascorso tutta la giornata a guardarla li dentro, seduta su una sedia, continuando a chiedere quando avrei potuto prenderla tra le mie braccia. La notte in ospedale da sola con lei in incubatrice è stata orribile, mi mancava la mia bambina e allo stesso tempo ero preoccupata che qualcosa potesse andare storto. Ho pensato a tutte le mamme di bimbi prematuri, come fanno, a vivere questo per tanti giorni, settimane... devono avere una forza incredibile per non crollare. Io non so se ce l'avrei fatta a resistere a lungo...
La mattina verso le 5 chiedo di nuovo informazioni alle dottoresse, e finalmente dopo qualche ora la mia bimba può uscire dall'incubatrice e io posso finalmente prenderla in braccio, anche se deve stare sempre collegata al monitor. Passo tutta la giornata al nido, arrivano le 17 orario di visita e lo passiamo al nido, con la bimba in braccio. Finalmente verso le 21 il medico mi da il permesso di portarmi via la bimba e di tornare in camera con lei! Finalmente è fuori pericolo, riesce a respirare da sola! E riprendo a respirare anche io!

Ho temuto il peggio, anche se non è stato niente di grave, io ho pensato a cose orribili.
I giorni seguenti la baby è stata sottoposta ad altre visite più approfondite, abbiamo fatto i controlli anche qualche giorno fa, ormai è tutto passato, la baby sta bene ed è un amore di bambina che ci regala ogni giorno tanta gioia!





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1 commenti:

Sentirsi a casa ha detto...

Quando la famiglia si allarga è ora di cambiare casa.

http://sentirsiacasa.altervista.org/momento-trasferirti-capirlo/