lunedì 12 agosto 2013

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Che latte dare ai bambini una volta finito di allattare al seno? Il latte vaccino fa bene o male?




Per i neonati il latte migliore è quello della mamma, si sa, ma dopo lo svezzamento o se una donna ha poco latte o per qualunque motivo non può allattare, qual è il latte migliore?
Ormai in commercio ci sono svariate marche di latti in polvere: 1 (da 0 a 6 mesi), 2 (da 6 mesi a 12 mesi) e addirittura il latte crescita dopo l'anno, ma sono tutti ottenuti dalla lavorazione del latte vaccino (di mucca), ed è proprio questo il problema.... è da un po' che mi chiedo se il latte vaccino (sia in polvere che liquido) faccia davvero bene o no....io sono una grande bevitrice di latte, lo bevo tutti i giorni a colazione e adoro i formaggi, che do anche a mia figlia (il latte no perché la allatto ancora) e quindi mi chiedo faccio bene a dare formaggi a mia figlia?

La pubblicità in TV ci propina una bella mucca che pascola in un bel prato verde, ci dice che il latte è buona fonte di calcio, tante proteine, ci sono belle immagini di un fluido bianchissimo che fluisce dolcemente nel bicchiere e un bambino sorridente che si pulisce i baffetti bianchi.
Questo però ci impedisce di vedere la realtà che invece dovremmo conoscere..... quello che compriamo al supermercato o in latteria non ha nulla in comune con il latte munto dal contadino.

Il latte della donna fa bene al neonato, quello della mucca fa bene ai vitelli. “Fino a due anni i bambini dovrebbero essere alimentati con latte materno. Dopo i due anni, dimenticate ogni tipo di latte!”. Questa vera e propria bomba è stata fatta esplodere agli inizi degli anni novanta dal celeberrimo dottor Benjiamin Spock, padre della moderna pediatria. Questa inversione di tendenza portò il dottor Spock ad abbracciare le tesi che da anni molti medici ed esperti (nonché vegan, macrobiotici ed igienisti) propugnano: il latte vaccino fa male, soprattutto in fase di crescita, perché può provocare molte deficienze immunitarie e disturbi vari, tra cui l’anemia, allergie e persino un insufficiente sviluppo cerebrale. In America e in Italia in molti si scagliarono contro Spock, definendo “vecchio arteriosclerotico” questa vera “leggenda della puericultura” che, a 89 anni suonati, ebbe il coraggio intellettuale di ammettere i propri errori e di dichiarare che il latte di vacca è adattissimo ai vitelli, ma non agli uomini.

L’uomo è l’unico animale che continua a nutrirsi di latte anche dopo lo svezzamento. Che sia il desiderio di non diventare mai adulti? Il latte vaccino è un cibo per vitelli, non per l’uomo. Serve a far crescere un vitello e a farlo assomigliare ad una mucca, ma sicuramente non per aiutare un bambino a diventare un uomo. Per questo la natura ha predisposto il latte materno. La madre, nella società moderna, ha sempre più spesso rinunciato ad allattare al seno il proprio neonato (bassissime le percentuali alla fine degli anni sessanta), un po’ per motivi di tempo (essendo inserita nel frenetico processo produttivo), un po’ per mancanza d’informazione sull’insostituibilità del latte materno nei primi mesi di vita. La donna si è poi fatta condizionare da false paure sui presunti danni estetici dell’allattamento e da un malinteso desiderio d’emancipazione. Il peso più decisivo, in questa “scelta”, lo ha avuto la martellante pubblicità delle industrie produttrici di latte (in polvere e non), aiutate sicuramente dai medici che hanno contribuito a creare un vero e proprio “mito” alimentare, basato su poco o nulla.

Prima di tutto il latte di una madre sana è sempre fresco e batteriologicamente puro, mentre ogni tipo di latte non umano deve subire un processo di “cottura” ad alte temperature che ne distrugga gli organismi nocivi (ma la stessa sorte tocca purtroppo anche alle vitamine). Latte materno e latte vaccino non sono assolutamente uguali, se non nel colore: si differenziano, infatti, nella composizione percentuale degli ingredienti (essendo uno destinato a far crescere esseri umani e l’altro bovini), e nella qualità di tali ingredienti (ad esempio le catene d’aminoacidi sono completamente diverse). Inoltre solo nel latte materno sono presenti sostanze che immunizzano il neonato dalle infezioni (soprattutto quelle respiratorie e intestinali), nonché la quantità di fosforo esattamente necessaria al suo sviluppo cerebrale. Il neonato sviluppa dapprima il cervello, mentre l’animale sviluppa prima la struttura ossea. La quantità di lattosio, essenziale per lo sviluppo cerebrale del bambino, nel latte umano è quasi il doppio rispetto a quella che si riscontra nel latte vaccino; questo fatto è facilmente spiegabile se si pensa che l’accrescimento del cervello del bambino è molto più rapido di quello del vitello. Il latte di mucca contiene molta caseina (quasi tre volte il latte umano), una proteina che, a contatto con i nostri succhi gastrici, “caglia”, formando un grumo compatto, alquanto indigesto, che provoca inoltre l’aumento dei processi putrefattivi intestinali.

Il latte vaccino, dovendo servire ai vitelli, che hanno una velocità d’accrescimento fisico notevolmente superiore a quell’umana, contiene dal 3,5% al 5% di proteine, contro l’1,2% del latte umano. Tale notevole quantità di proteine nel latte di mucca costituisce, quindi, un’autentica overdose proteica per un essere umano. Si è così accertato che quando le proteine superano il normale fabbisogno del mammifero che assume un determinato latte, l’eccesso determina un sovraccarico per il fegato e le reni, che hanno il compito di eliminare i prodotti del metabolismo proteico. Il latte umano, al contrario di quello vaccino, garantisce al neonato la massima prevenzione dalle allergie e dalle infezioni. I medici hanno riscontrato che oggi il giovane americano, alla visita di leva, ha già terminato la crescita ossea, cosa che solo venti anni fa succedeva sei – sette anni più tardi. Questo avviene perché sono alimentati fin dalla nascita con latte non specifico e con altri cibi iperproteici. Tra l’altro ogni alimento ha valore nutritivo per la sua capacità di essere assorbito dal nostro organismo, non solo per la quantità di sali minerali, vitamine o proteine in esso contenuto.

Il calcio tanto reclamizzato nel latte vaccino è in genere male assorbito dall’uomo, perché è associato con una percentuale (relativamente) troppo alta di fosforo (fattore inibente) e alla caseina. Nonostante ciò, nei paesi occidentali “sviluppati” mangiamo così tanto da riuscire a fare un’overdose quotidiana di calcio, il quale va a depositarsi sulle pareti delle arterie, provocando, insieme al colesterolo, l’indurimento delle stesse, oppure forma calcoli renali, o si accumula nelle articolazioni, dando vita a manifestazioni artritiche. Il cinese medio assume appena 15 mg di calcio al giorno, eppure ha meno carie e osteoporosi dell’americano medio, che ne ingurgita ben 800 mg. Bambini affetti da otiti, tracheiti, catarri a ripetizione sono rientrati nella norma sopprimendo i latticini ed in particolar modo lo yogurt. L’insonnia dei neonati è di solito da addebitare alla somministrazione di latte vaccino. Latticini e formaggi sono legati alle malattie della civiltà: insorgere di tumori, cisti, fibromi, cancro all’apparato riproduttivo femminile (seno, utero, ovaia), infezioni all’apparato uro-genitale (cistiti e candida, molto diffusa tra le giovani americane), malattie del sistema cardiocircolatorio (arteriosclerosi, trombi, infarti…) a causa dell’enorme quantità di grassi saturi; connessione diretta con le più svariate forme d’allergia sia alimentare che della pelle e dell’apparato respiratorio (asma, raffreddore da fieno), abbassamento delle difese immunitarie, problemi del sistema digerente (diarrea, stitichezza, per la mancanza di fibre).

A tutti i neonati ad un certo punto cominciano a spuntare i primi denti e la comparsa dei denti sta a significare che nel corpo del bambino (e soprattutto nel suo apparato digerente) hanno avuto inizio le varie trasformazioni che lo condurranno gradatamente all’alimentazione dell’adulto. Da quel momento, l’importanza del latte (quale alimento unico) cessa, e anche la sua importanza quale alimento basilare diminuisce man mano che lo svezzamento procede e terminerà verso la fine del 2 anni di vita, quando sarà completata la sua prima dentizione, che viene appunto chiamata “da latte”: termina cioè quando il bambino ha i suoi venti denti caduchi. Il latte diventa allora un alimento secondario e anche la sua importanza come tale finirà per scomparire allorchè il ragazzo, verso i quattordici anni, avrà i primi 28 denti della sua dentatura permanente. A partire da quell’epoca egli potrà veramente alimentarsi come l’adulto e i mammiferi adulti non si cibano di latte, solo l'uomo si ciba di latte anche da adulto e per di più di latte di un'altra specie.... quindi cosa fare se si vuole bere latte anche da grandi? Meglio evitare il latte vaccino e orientarsi sui latti vegetali (di soia, di riso e di mandorle).

Oggi il latte vaccino viene pastorizzato, omogeneizzato, trattato, congelato, evaporato, condensato, polverizzato, adulterato, aromatizzato… Tutti processi mortiferi.

L’omogeneizzazione per esempio consiste nel passare il latte attraverso una grande centrifuga che separa il grasso (crema, panna montata, ecc.) dal latte stesso. Tale processo meccanico produce una notevole ossidazione con conseguente perdita di valore e crea dei microscopici grumi di grasso che possono “strisciare”, “rigare” e quindi infiammare le vene, facendo intervenire sul posto colesterolo, fibrine, calcio, per bloccare tale processo infiammatorio, tutto questo causa le placche ateromatose.

Durante il processo di pastorizzazione del latte il Trifosfato di Calcio-Magnesio si scompone in sali: Fosfato di Calcio, Fosfato di Magnesio, Carbonato di Calcio che sono del tutto insolubili e assolutamente inutili (come tutti i minerali inorganici); le proteine del latte coagulano e precipitano assieme ai sali.
I minerali alcalini si ossidano e ciò che resta dopo la perdita della parte alcalina è molto acidificante per l’organismo. Un corpo acido sottrae minerali alcalini dalle riserve (ossa, denti, capelli, unghie, ecc.)
Questo è motivo per cui latte e latticini, anche se vengono consigliati dai medici per “curare” l’osteoporosi, sottraggono invece minerali come il calcio.

Una proteina del latte, la caseina, non possiamo digerirla perché non abbiamo l’enzima (DPP-IV) sempre più disabilitato a causa delle vaccinazioni, del fluoro, cloro.
L’enzima per digerire lo zucchero (lattosio), lo perdiamo all’età di circa 3 anni e quindi il lattosio si trasforma in acido lattico, un sottoprodotto tossico e soprattutto acidificante.
Altre proteine come la albumina e globulina subiscono a causa della pastorizzazione la coagulazione.

La pastorizzazione distrugge la vitamina C e  tutte le altre vitamine.
La maggior parte dell’importante iodio viene perso.
Infine nel latte vi sono delle sostanze come la lactenina e l’acido rumenico, che risultano essere nocive per la flora batterica intestinale per via della loro attività antibiotica.

Il latte scremato causa più danno di quello intero, perché quando si diminuisce la percentuale di grasso, quella delle proteine aumenta!


Concludendo, il calcio, indispensabile al nostro organismo, è meglio ricavarlo da alimenti d’origine vegetale, anziché d’origine animale.
Il calcio si trova in: Frutta, germogli e verdure crude, fresche di stagione e possibilmente biologiche, contengono le giuste quantità di calcio biodisponibile e quindi assimilabile, con facilità, dal nostro organismo.


Premesso ciò, è molto meglio bere un bel bicchiere di latte di origine vegetale!

Dopo aver scoperto tutto ciò, ho deciso di eliminare il latte vaccino e di sostituirlo con quello alle mandorle (che trovo buonissimo) e di limitare il consumo di formaggi (meglio mangiare quello di capra)






Il latte di mandorla è un vero toccasana per le ossa, rinforza lo scheletro e previene l'osteoporosi, ma anche per mantenere stabile la glicemia.

Come olio, latte o seme da mangiare intero, questo frutto ricco di magnesio rinforza lo scheletro e previene l'osteoporosi

Ciò è dovuto all'alto contenuto di magnesio, ferro, calcio, fosforo, vitamina E, vitamina B1 e vitamina B2, inoltre le mandorle sono ricche di grassi, soprattutto insaturi, proteine, carboidrati e fibre utili per regolarizzare la funzione intestinale, lubrificare il sistema digerente e depurare il sangue.

Non superare le dosi.
Proprio perchè ricca di nutrienti, la mandorla ha un notevole potere calorico, che oscilla tra 500 e 600 calorie l'etto.
Per questo è bene non esagerare con le quantità, non superando le 10 mandorle al giorno, da gustare di preferenza fuori pasto.
Oppure bevendo un bicchiere di latte di mandorle la mattina per colazione.
Il latte di mandorla si può facilmente fare in casa, se non si ha tempo, meglio comprare il latte di mandorla non zuccherato e biologico!

Latte di mandorle (fatto in casa)


Preparazione

Per 1 litro: 300 gr di mandorle e zucchero a piacere

Immergere le mandorle in acqua bollente per togliere la pellicina che riveste il seme.
Frullare le mandorle spellate.
Infine filtrate in un colino fine, aggiungere zucchero a piacere e consumate fresco.


Il latte di mandorla si dice sia il miglior sostituto del latte materno, quindi care mamme, fateci un pensierino e continuate ad informarvi su quale latte sia meglio per i vostri figli!



Fonte: Il latte: a ciascuno il proprio - Tratto da “MRA il Metodo René Andreani”
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1 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Marina,
anche io come te ho smesso di dare il latte vaccino alla mia piccola di 16 mesi e l'ho sostituito con il latte di mandorla, del quale però ho appena letto in un blog che sarebbe proibito ai neonati, perché : "Anche il consumo occasionale di latte di mandorle (alternato al latte materno o a quello in polvere) non è consigliato perché pericoloso. Studi condotti dal Collegio Americano della Nutrizione hanno dimostrato che i bambini che bevono latte di mandorla sviluppano la tiroidite cronica autoimmune. La concentrazione di prodotti chimici gozzigeni nel corpo di un bambino è maggiore rispetto a quello nel corpo degli adulti. Di conseguenza, il consumo, anche moderato, di alimenti come il latte di mandorla va evitato nel periodo dell’infanzia". No trovo altre fonti però che ne parlano, tu ne sai qualcosa?

Grazie,

Francesca